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CHIUSURA ESTETISTE, IN PIEMONTE 2500 AZIENDE A RISCHIO CHIUSURA

Centri estetici chiusi in aree rosse–L’allarme di Stefania Baiolini Presidente estetisti di Confartigianato Imprese Piemonte:
‘Incredulità e rabbia per decisione immotivata’

 

In Piemonte si registrano 2.500 centri estetici artigiani che offrono
servizi e trattamenti estetici grazie anche ai circa 4.500 addetti.
si stima come in Piemonte “colpiscono” direttamente il 20% delle
imprese regolari.

Si stima, inoltre, che un terzo dei centri estetici del Piemonte non
riuscirà a riaprire dopo questo secondo lockdown.

Incredulità e rabbia da parte di Confartigianato Estetisti di fronte all’esclusione
delle imprese di estetica
dall’allegato 24 al DPCM del 3 novembre 2020 che elenca
le attività di servizi alla persona consentite nelle zone cosiddette “rosse”.
“Si tratta – dichiara la Presidente Estetisti di Confartigianato Imprese Piemonte
– di un provvedimento gravemente penalizzante nei confronti delle imprese del
settore che sin dalla riapertura del 18 maggio hanno applicato con la massima
diligenza le linee guida approvate dalla Conferenza delle Regioni, intensificando
le già rigide misure previste sul piano igienico-sanitario, e si sono riorganizzate
per garantire la massima tutela degli imprenditori, dei loro collaboratori e dei
clienti. Chiediamo di leggere e conoscere le motivazioni che hanno portato il
Governo a questa decisione: parrucchieri aperti perché?, attività di estetica chiuse
perché?. E magari potremmo condividere. Ma senza spiegazioni, no!”.

Dagli ultimi dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte, in
questi settori in Piemonte si registrano 2.500 centri estetici artigiani che
offrono servizi e trattamenti estetici grazie anche ai circa 4.500 addetti.

Si stima, inoltre, che un terzo dei centri estetici del Piemonte non riuscirà a
riaprire dopo questo secondo lockdown.

“Reduci da un periodo di chiusura prolungata che ha costretto molte aziende ad
abbassare per sempre le saracinesche, i centri estetici di Confartigianato- spiega
Baiolini – hanno riaccolto la propria clientela con la professionalità di sempre,
offrendo quella sicurezza
che durante il lockdown primaverile è stata messa a
rischio dal dilagante fenomeno degli operatori abusivi. La chiusura delle attività
imposta con DPCM dell’11 marzo 2020, aveva infatti già provocato, oltre
all’evidente danno economico per le imprese del settore, un disagio crescente tra i
cittadini, privati della possibilità di fruire di quei servizi di cura della persona utili
al mantenimento dello stato di benessere psico-fisico al quale tanta importanza
viene attribuita dalla comunità scientifica.”
Un settore sempre sotto attacco degli irregolari; secondo un recente calcolo
sempre di Confartigianato, si stima come in Piemonte “colpiscono”
direttamente il 20% delle imprese regolari.
Ed è soprattutto in questo periodo che nel settore del benessere e della cura della
persona è allarme per il proliferare abusivi e irregolari che offrono “servizi
itineranti e a domicilio” per trattamenti estetici.

“Questa situazione aveva provocato una prevedibile impennata dell’offerta di
prestazioni da parte di operatori che già esercitavano l’attività in forma abusiva –
continua Baiolini – in assenza delle prescrizioni di legge sia sul piano formativo
che igienico-sanitario e che, in quel frangente, hanno rappresentato ancor più di
sempre un serio rischio per la salute dei cittadini, oltre che danneggiare
ulteriormente sul piano economico le aziende in regola.”

L’appello di Confartigianato Estetisti al Governo è quindi quello di sanare
velocemente questa pericolosa criticità autorizzando
– così come previsto per i
saloni di acconciatura – lo svolgimento dell’attività di estetica anche nelle zone
definite “rosse”, a tutela della salute dei cittadini e dell’economia del settore e
dello stesso Paese.