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Obblighi di raccolta differenziata di rifiuti tessili e organici dal 1 gennaio 2022

Obblighi di raccolta differenziata di rifiuti tessili e organici dal 1°gennaio 2022

L’Italia ha anticipato l’obbligo europeo di raccolta differenziata per rifiuti tessili e organico. Dal
1° Gennaio 2022 In tutti i comuni italiani diventa obbligatoria la raccolta differenziata degli
scarti tessili e dell’organico.

Rifiuti Organici
Gli scarti organici dovranno essere separati dagli altri rifiuti. Lo prevede l’articolo 182 ter del
decreto legislativo 152/2006 (come modificato dal D.Lgs. 116/2020) che recepisce la Dir.
2018/851/UE in materia di rifiuti. Nell’umido dovranno essere raccolti anche gli imballaggi in
plastica biodegradabile e compostabile certificati EN 13432 (sacchetti in bioplastica, imballaggi
di frutta e verdura, piatti, bicchieri e stoviglie monouso realizzate in materiale compostabile).

Secondo i dati dell’ultimo Rapporto Rifiuti di ISPRA nel 2020 l’80% dei Comuni italiani ha
raccolto in maniera separata oltre 7 milioni di tonnellate di rifiuti organici avviate a recupero in
circa 360 impianti di digestione anaerobica e compostaggio operativi sul territorio nazionale.
L’estensione della differenziata sull’organico al 20% dei comuni che non hanno ancora attivato
il servizio si tradurrà secondo stime, in un aumento di più di 2 milioni di tonnellate.
L’entrata in vigore di questo obbligo anticipa di due anni un analogo impegno che sarà
introdotto nel resto della UE solo a inizio 2024.

Rifiuti Tessili
Anche i rifiuti tessili dal 1° gennaio 2022 dovranno essere raccolti a livello comunale in maniera
differenziata.
Secondo i dati ISPRA se nel 2020 oltre il 70% dei comuni aveva già attivato il
servizio di differenziata, separando più di 143.000 tonnellate, l’estensione dell’obbligo a tutti i
comuni, unito a una più capillare intercettazione della quantità di rifiuti tessili che oggi finiscono
nell’indifferenziato, potrebbe portare la raccolta a superare le 830.000 tonnellate nel 2022.

Anche in questo caso Il nostro Paese ha anticipato di tre anni l’entrata in vigore di tale obbligo
che scatterà nel 2025 nel resto d’Europa. ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) ha
già annunciato un proprio emendamento al Dl Milleproroghe, chiedendo che l'obbligo venga
posticipato almeno di un anno.