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AZIONI CONFEDERALI SUL TEMA INFORTUNIO DA COVID 19

 Azioni confederali sul tema infortunio sul lavoro da Covid-19, il nostro presidente a tgcom24 Cari Associati  desidero aggiornarvi sulle azioni sindacali che la Confederazione ha intrapreso sul tema, di crescente attualità e rilevanza anche presso la pubblica opinione, del rapporto fra contagio di un lavoratore e infortunio sul lavoro, argomento oggetto di una circolare dell’Inail che, nel fornire indicazioni in merito all’art. 42, comma 2, del D.L. n. 18/2020, ha inopinatamente esteso il principio della presunzione semplice di origine professionale dell’infortunio sul lavoro ben oltre il caso degli operatori sanitari a diretto contatto con i malati Covid-19 e – quindi – ben oltre la stessa previsione normativa. L’art. 42, comma 2 citato, infatti, stabilisce che nei casi accertati di Covid-19 in occasione di lavoro – e quindi in presenza di un nesso eziologico fra la mansione svolta e il contagio – vengono riconosciute dall’Inail le tutele dell’infortunio sul lavoro senza però che gli eventi in questione vengano computati ai fini della determinazione dell’oscillazione del tasso medio per andamento infortunistico e, dunque, senza aumento dei premi per il datore di lavoro. L’orientamento adottato dall’Inail e finora non oggetto di correzioni da parte dell’Istituto assicurativo, né del Ministero del Lavoro, tuttavia, è estremamente preoccupante. Infatti, se venisse realmente applicata la cosiddetta “presunzione di contagio” a tutti i casi di lavoratori che contraggono il Covid-19, potrebbero essere avviate nei confronti dei datori di lavoro azioni di vario genere (dall’azione penale, all’azione di regresso da parte dell’Inail e persino l’azione del lavoratore per ottenere il danno differenziale), anche laddove siano state correttamente applicate le misure di prevenzione. La Confederazione, nei negoziati con il Governo e le Parti sociali che hanno portato alla sottoscrizione dei Protocolli di sicurezza del 14 marzo e del 24 aprile 2020, ha sempre posto quale prima richiesta in materia il riconoscimento del Covid- 19 come un rischio biologico generico che riguarda l’intera popolazione. Tale principio, non a caso, è riportato in entrambi i richiamati Protocolli. È stata quindi inoltrata una formale richiesta all’Inail di modificare urgentemente il suddetto orientamento in materia, delimitando in modo certo il principio della cosiddetta “presunzione di contagio” all’unico caso logicamente ammissibile, ovvero quello concernente gli operatori sanitari che siano entrati in diretto contatto con soggetti positivi al Covid-19. A livello politico, la Confederazione ha richiesto al Presidente del Consiglio Conte, da ultimo nel corso di un incontro tenutosi il 6 maggio scorso, un urgente intervento da parte del Governo che da un lato escluda l’applicazione del principio della presunzione semplice per il riconoscimento di infortunio professionale del COVID-19 e dall’altro eviti future ingiuste possibili azioni di rivalsa e di responsabilità civile e penale in capo al datore di lavoro. Il tema è stato infine rappresentato nel corso di un’audizione tenuta il 12 maggio scorso dalla Commissione Lavoro del Senato, formulando l’espressa richiesta di una norma di esonero della responsabilità del datore di lavoro in caso di contagio da parte di un proprio lavoratore. Ciò anche alla luce dei principi comunitari in materia. L’art. 5, comma 4, della Direttiva 89/391/CEE del Consiglio, in materia di salute e sicurezza sul lavoro, a chiare lettere stabilisce la facoltà degli Stati membri di prevedere l'esclusione o la diminuzione della responsabilità dei datori di lavoro per fatti dovuti a circostanze a loro estranee, eccezionali e imprevedibili, o a eventi eccezionali, le conseguenze dei quali sarebbero state comunque inevitabili, malgrado la diligenza osservata.

COVID-19 PROTOCOLLO INAIL PER LA RIAPERTURA DI PARRUCCHIERE ED ESTETISTE

Parrucchieri ed estetisti, pubblicate le raccomandazioni di Inail e Iss per la ripresa delle attività dopo il lockdown Il documento tecnico, approvato nella seduta di ieri dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19, contiene l’analisi del rischio contagio per il settore della cura alla persona e fornisce indicazioni sulle misure da adottare per il contenimento della diffusione del virus. Il presidente Bettoni: “Non sono regole vincolanti, sarà il governo con le parti sociali a operare la sintesi tra i vari interessi in gioco” Il Comitato tecnico scientifico istituito presso la Protezione civile nella seduta di ieri ha approvato il documento tecnico elaborato dall’Inail e dall’Istituto superiore di sanità, che fornisce raccomandazioni sulle strategie di prevenzione da adottare per il contenimento del nuovo Coronavirus nei servizi dei parrucchieri e degli altri trattamenti estetici, in vista della ripresa delle attività dopo la fase di lockdown. È l’ultima pubblicazione realizzata in ordine di tempo, dopo quelle dedicate all’analisi del rischio da Covid-19 nei luoghi di lavoro, nel trasporto pubblico terrestre e nei settori della ristorazione e della balneazione.     “Non si tratta di disposizioni vincolanti – precisa il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – ma di contributi di carattere scientifico, che contengono analisi del rischio per settori specifici di attività, per cui forniscono ipotesi di modulazione delle misure di contenimento del contagio già note, anche attraverso criteri per l’individuazione di misure di prevenzione e protezione. È  evidente che non si tratta di linee guida impartite alle imprese, che né l’Inail né l’Iss sono titolati a emanare. Spetterà alle autorità politiche e alle parti sociali trovare il giusto contemperamento tra gli interessi in gioco, con la flessibilità che le situazioni territoriali possono richiedere. Se, sulla base del trend epidemiologico e dell’analisi dei dati di monitoraggio regionale, si dovesse verificare un miglioramento degli indici di contagio, il Comitato tecnico scientifico potrà richiedere la  revisione del quadro delle raccomandazioni”.    “Lo spirito con cui si è mosso l’Istituto – aggiunge Bettoni – è quello di mettere al servizio del Paese le proprie competenze tecniche. Fin dall’inizio dell’epidemia, infatti, ci siamo attivati per tutelare i lavoratori e le imprese, operando in stretta sinergia con il Ministero della Salute, la Protezione civile, il Comitato tecnico scientifico, il commissario straordinario e le altre istituzioni coinvolte nella gestione dell’emergenza per individuare misure di prevenzione e protezione adeguate, con l’obiettivo di consentire la progressiva ripresa di tutte le attività produttive, tutelando allo stesso tempo la salute dei lavoratori, degli imprenditori e della popolazione in generale”. Come sottolineato nel documento tecnico pubblicato oggi, nel settore della cura alla persona, che comprende i saloni di barbieri e parrucchieri, gli istituti di bellezza e quelli di manicure e pedicure, per un totale di oltre 140mila imprese e 260mila addetti, i rischi maggiori derivano dalla stretta prossimità con il cliente e dall’elevata probabilità di esposizione a fonti di contagio, legata anche alla presenza di operazioni che comportano la formazione di aerosol.  Tra le misure di prevenzione proposte, la possibilità di consentire deroghe ai giorni di chiusura, l’estensione degli orari di apertura dei locali e una razionalizzazione degli spazi tale da permettere il distanziamento, anche attraverso la realizzazione di aree di attesa all’esterno, consentendo ove possibile l’occupazione del suolo pubblico in deroga. Per garantire la sostenibilità delle attività quotidiane, è necessaria una buona programmazione di tutte le attività e dei tempi medi dei trattamenti, che andrebbero predeterminati già al momento della prenotazione, per ottimizzare i tempi di attesa e prevenire ogni forma di affollamento. La distanza minima tra le postazioni dovrebbe essere di almeno due metri ed è preferibile lavorare con le porte aperte.  Come previsto dall’articolo 3 del Dpcm del 26 aprile, è obbligatorio l’utilizzo di mascherine di comunità da parte del cliente a partire dall’ingresso nel locale, a eccezione del tempo necessario per effettuare i trattamenti che non lo rendano possibile. È preferibile, inoltre, fare ricorso a grembiuli e asciugamani monouso. Se riutilizzabili, devono essere lavati ad almeno 60 gradi per 30 minuti. In tutti i casi possibili, le procedure devono essere svolte rimanendo alle spalle del cliente. PER SCARICARE IL PROTOCOLLO CLICCA QUI 

COVID-19 PROTOCOLLO INAIL PER SETTORE RISTORAZIONE

MISURE DI SICUREZZA PER LA RIAPERTURA DI BAR E RISTORANTI Ecco in sintesi le regole come emergono dai documenti Inail e Iss (Istituto superiore di sanità). BAR E RISTORANTI Lo spazio per ogni cliente nei ristoranti deve più che triplicare passando da 1,2 metri a 4 mentre dovrà essere eliminato il servizio a buffet, si sottolinea anche l’introduzione della prenotazione obbligatoria. "  Il layout dei locali di ristorazione andrà rivisto garantendo il distanziamento fra i tavoli – anche in considerazione dello spazio di movimento del personale – non inferiore a 2 metri e garantendo comunque tra i clienti durante il pasto (che necessariamente avviene senza mascherina), una distanza in grado di evitare la trasmissione di droplets e per contatto tra persone, anche inclusa la trasmissione indiretta tramite stoviglie, posaterie. Va definito un limite massimo di capienza predeterminato, prevedendo uno spazio che di norma dovrebbe essere non inferiore a 4 metri quadrati per ciascun cliente, fatto salvo la possibilità di adozioni di misure organizzative come, ad esempio, le barriere divisorie. La turnazione nel servizio in maniera innovativa e con prenotazione preferibilmente obbligatoria può essere uno strumento organizzativo utile anche al fine della sostenibilità e della prevenzione di assembramenti di persone in attesa fuori dal locale. Vanno eliminati modalità di servizio a buffet o similari " È opportuno utilizzare format di presentazione del menù alternativi rispetto ai tradizionali (ad esempio menù scritti su lavagne, consultabili via app e siti, menù del giorno stampati su fogli monouso). I clienti dovranno indossare la mascherina in attività propedeutiche o successive al pasto al tavolo (esempio pagamento cassa, spostamenti, utilizzo servizi igienici). È opportuno privilegiare i pagamenti elettronici con contactless e possibilità di barriere separatorie nella zona cassa, ove sia necessaria. È necessario rendere disponibili prodotti igienizzanti per clienti e personale anche in più punti in sala e, in particolare, per l’accesso ai servizi igienici che dovranno essere igienizzati frequentemente. Al termine di ogni servizio al tavolo andranno previste tutte le consuete misure di igienizzazione, rispetto alle superfici evitando il più possibile utensili e contenitori riutilizzabili se non igienizzati (saliere, oliere, acetiere, etc.)   Misure specifiche per i lavoratori In coerenza con quanto riportato nel Protocollo Condiviso del 24 aprile e richiamato dal DPCM del 26 aprile, in considerazione della tipologia di attività che prevede la presenza di personale addetto alle cucine e di personale addetto al servizio ai tavoli, oltre a quello dedicato ad attività amministrative se presente, è opportuno, oltre ad un’informazione di carattere generale sul rischio da SARS-CoV-2, impartire altresì un’informativa più mirata, anche in collaborazione con le figure della prevenzione di cui al D. Lgs 81/08 e s.m.i. con particolare riferimento a specifiche norme igieniche da rispettare nonché all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, ove previsti, anche per quanto concerne la vestizione/svestizione. Il personale di cucina, in condivisione di spazi confinati, deve indossare la mascherina chirurgica; dovranno essere utilizzati altresì guanti in nitrile in tutte le attività in cui ciò sia possibile. Il personale addetto al servizio ai tavoli  anche per loro è necessario l’uso della mascherina chirurgica per tutto il turno di lavoro e ove possibile, l’utilizzo dei guanti in nitrile; questi ultimi sono comunque sempre da utilizzare durante le attività di igienizzazione poste in essere al termine di ogni servizio al tavolo. Il personale  dedicato ad attività amministrative, in presenza di spazi comuni con impossibilità di mantenimento del distanziamento di un metro, devono indossare la mascherina chirurgica; allo stesso modo, il personale addetto alla cassa dovrà indossare la mascherina chirurgica prevedendo altresì barriere di separazione (ad es., separatore in plexiglass). Si dovranno rendere disponibili prodotti igienizzanti per clienti e personale in più punti in sala e, in particolare, i servizi dovranno essere igienizzati frequentemente. Al termine di ogni servizio al tavolo andranno adottate tutte le consuete misure di igienizzazione. I  locali spogliatoi ed ai servizi igienici, dovranno  essere adeguatamente puliti. L’areazione dei locali è di particolare importanza favorendo sempre ove possibile il ricambio di aria naturale tramite porte e finestre. Relativamente agli impianti di condizionamento si rimanda alle specifiche indicazione del documento Rapporto ISS COVID-19 n.5 del 21 aprile 2020. Per consultare il protocollo clicca qui 

BONUS PIEMONTE ANCHE PER NEGOZI,AGENZIE VIAGGIO,OTTICI,FOTOGRAFI,TATUATORI,CINEMA,SCUOLE.GUISA,CIRCOLI RICREATIVI

BonusPiemonte: 15 milioni per negozi, agenzie di viaggio, ottici e fotografi, tatuatori, cinema, scuole guida, circoli ricreativi Altre 11.000 attività potranno usufruire del BonusPiemonte, i contributi a fondo perduto stanziati dalla Regione per sostenere le imprese colpite dalla chiusura causata dal Coronavirus. Il presidente Alberto Cirio, che con l’assessore al Commercio Vittoria Poggio e alla Semplificazione Maurizio Marrone ha condiviso con le associazioni di categoria le nuove misure approvate dalla Giunta regionale, ne ha reso nota la terza fase, che con una dotazione complessiva di 15 milioni di euro consentirà di corrispondere: – 1500 euro a cartolerie, librerie, negozi d’abbigliamento, tessuti, calzature, pelletteria e accessori, agenzie di viaggio, tour operator, cinema, organizzatori di eventi e scuole guida; – 1000 euro a studi di tatuaggio e piercing, negozi di ottica e di fotografia, scuole di lingue, circoli ricreativi, operatori di altre forme di divertimento. Per le guide turistiche sarà annunciata a breve una specifica misura del piano RipartiPiemonte. L’importo totale del BonusPiemonte sale così a 116 milioni di euro, che andranno a beneficio di quasi 60.000 realtà del territorio. Le 11.000 imprese inserite in questa fase si aggiungono infatti alle 37.000 del commercio e dell’artigianato e alle 10.000 del commercio ambulante già raggiunte dal provvedimento nei giorni scorsi. Anche in questo caso, come per i precedenti, è immediata e semplice la procedura per avere il contributo: tutti gli interessati riceveranno da Finpiemonte una comunicazione via pec per indicare il conto corrente su ricevere l’accredito nell’arco di qualche giorno. Per accelerarne il cammino e grazie alla disponibilità di tutti i capigruppo del Consiglio regionale, il BonusPiemonte è stato stralciato dalla discussione complessiva del piano RipartiPiemonte, dove era stato inizialmente inserito, per essere sottoposto da oggi all’esame della Commissione Bilancio che, convocata in sede legislativa, è previsto lo approvi nella giornata di domani. Se vuoi leggere le richieste di Confartigianato alla regione clicca qui

CASSA INTEGRAZIONE DA LUNEDI’ 11 MAGGIO POSSIBILITA’ DI PRESENTARE LA DOMANDA PER L’ ANTICIPO

Dall' 11 maggio 2020 domande per l'anticipo della Cassa integrazione: come fare per richiederlaDa lunedì 11 maggio 2020 è possibile richiedere alle filiali Intesa San Paolo l'anticipo della Cassa integrazione in deroga.  Con la firma del Protocollo d'intesa tra la Regione Piemonte nella persona dell' assessore al lavoro, la biellese Elena Chiorino, Intesa San Paolo, Finpiemonte e Parti sociali si è raggiunto infatti l'accordo per consentire ai lavoratori delle imprese che hanno richiesto l'integrazione salariale di ottenerla in anticipo rispetto ai tempi di autorizzazione e liquidazione. COME FUNZIONA  Il trattamento di anticipazione salariale corrisponde a un finanziamento che viene concesso sotto forma di apertura di credito in conto corrente, con durata massima di sette mesi dalla concessione. L'apertura del conto corrente su cui verrà versata l'integrazione salariale è gratuita, in quanto spese e interessi saranno a carico della Regione Piemonte, grazie all'istituzione di un Fondo di garanzia per l’anticipazione sociale, gestito da Finpiemonte.  COME RICHIEDERLO Per i clienti, già correntisti della Banca, è possibile effettuare la richiesta con scambio di documentazione a distanza (tramite mail e contattando la filiale di riferimento). Per i clienti non correntisti è necessario recarsi in filiale, previo appuntamento,  con la seguente documentazione: carta d’identità e codice fiscale (e permesso di soggiorno in caso di lavoratore straniero); ultima busta paga; ultima documentazione reddituale (CUD/730); modulo di richiesta da parte del Cliente per la concessione del fido (con autorizzazione alla banca per il recupero dell’importo concesso una volta avvenuto l’accredito da parte dell’INPS); dichiarazione dell’azienda di aver proceduto all’inoltro della domanda di integrazione salariale all’Ente competente (INPS) con richiesta di pagamento diretto secondo la normativa vigente (se disponibile) PER MAGGIOR INFORMAZIONI CLICCA QUI 

COVID-19, DONNE D’IMPRESA LA RIPARTENZA CON ASILI E SCUOLE CHIUSE

DONNE, ARTIGIANATO E LOCKDOWN: IL 70% DELLE 31.995 DONNE D’IMPRESA OPERANO NEI SETTORI PIÙ ESPOSTI ALLA “CRISI DA COVID-19”. BIOLATTO (DONNA IMPRESA CONFARTIGIANATO PIEMONTE): “PIÙ ATTENZIONE ALLA CONCILIAZIONE VITA-LAVORO IN UNA FASE DOVE ASILI E SCUOLE SONO CHIUSI” Anche le imprese artigiane femminili, dopo il periodo di lockdown, si apprestano ad inaugurare la fase 2 e riaprono le attività che sono consentite. In Piemonte a trainare il lavoro indipendente femminile sono le 16.796 titolari di imprese individuali artigiane (dato relativo al II trimestre 2019). Insieme a socie e collaboratrici costituiscono in Piemonte un piccolo esercito di 31.995 donne d’impresa, mentre in Lombardia sono 66.763, in Emilia Romagna 36.757 ed in Veneto 36.991. La classifica provinciale vede in testa Milano, con 18.151 imprenditrici, secondo posto per Torino (15.769), seguita da Roma (14.829).   Nelle province del Piemonte dopo Torino con 15.769 imprenditrici, troviamo Cuneo (4.935), Alessandria (3.203), Novara (2.732), Asti (1547), Biella (1.409), Vercelli (1.256) e Verbania 1.144. Un focus elaborato sull’imprenditoria femminile mette in evidenza come quasi il 70% delle 31.995 donne d’impresa operano proprio nei settori più esposti alla “crisi coronavirus”. “In uno scenario di ripartenza, dopo il lungo periodo di lockdown, – afferma Daniela Biolatto, Presidente Donna Impresa di Confartigianato Piemonte –dove le donne hanno continuato a lavorare con la formula del lavoro agile, alcune si sono reinventate pur di alleggerire il peso del mancato fatturato, producendo mascherine, camici, ecc., ora è fondamentale considerare le esigenze di conciliazione vita-lavoro. In questa fase, infatti, le scuole sono chiuse, gli asili idem e i figli trascorrono le giornate a casa. Questa emergenza dovrebbe essere l’ennesima occasione per riflettere ed affrontare con più decisione queste tematiche”. “Le aziende rosa del Piemonte – conclude Biolatto – hanno bisogno di concretezza. Le imprenditrici che hanno subito i danni economici legati al lockdown, chiedono da una parte che venga resettato il sistema fiscale e dall’altra che vengano aiutate nello svolgimento del doppio ruolo: in famiglia e sul lavoro. Occorre in pratica un’attenzione maggiore della politica nei confronti della donna che lavora e un welfare in grado di andare incontro alle esigenze al femminile, attraverso iniziative capaci di conciliare la vita familiare, le scuole che non ripartono e la ripartenza del lavoro”. Le donne italiane sono anche tra le più intraprendenti d’Europa ma il nostro Paese è agli ultimi posti nell’UE per l’occupazione femminile e le condizioni per conciliare lavoro e famiglia. L’Italia conta 1.510.600 donne che svolgono attività indipendenti e che sono aumentate del 3,3% nell’ultimo anno. Per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome siamo al secondo posto in Europa, ci batte soltanto il Regno Unito che raggiunge quota 1.621.000. Le donne italiane superano gli uomini nella vocazione imprenditoriale: in Italia nel 2018 sono nate 95.672 imprese femminili, 368 al giorno, con un tasso di natalità del 7,2% a fronte del 5,3% delle imprese maschili. Le imprenditrici offrono un rilevante contributo alla ricchezza nazionale: si attesta, infatti, a 290,3 miliardi di euro il valore aggiunto prodotto dalle imprese guidate da donne. A questa cifra si aggiungono i 219,1 miliardi realizzato dalle lavoratrici dipendenti in imprese maschili. Se nelle attività indipendenti le donne italiane primeggiano in Europa, il nostro Paese rimane ultimo nell’UE per il tasso di occupazione femminile. Le imprenditrici devono fare i conti con un welfare che non aiuta le donne italiane a conciliare il lavoro con la cura della famiglia. L’Osservatorio di Confartigianato Imprese mette in luce che la spesa pubblica italiana è fortemente sbilanciata sul fronte delle pensioni e della spesa sanitaria per anziani mentre quella per le famiglie e i giovani si ferma a 26,9 miliardi, pari al 3,2% della spesa totale della PA (rispetto al 3,8% della media UE) e all’1,6% del Pil (rispetto all’1,7% della media UE). Percentuali che collocano l’Italia rispettivamente al 18° posto e al 15° posto tra i 28 Paesi europei. Tutto ciò si riflette sull’occupazione femminile e sulle condizioni per conciliare lavoro e famiglia: Confartigianato Imprese rileva infatti che il nostro Paese rimane ultimo nell’UE per il tasso di occupazione delle donne tra 15 e 64 anni: nel 2018 si attesta al 49,5% a fronte di una media del 63,3% nell’UE a 28. Fa peggio di noi soltanto la Grecia con un tasso di occupazione delle donne tra 15 e 64 anni del 45,3%. Siamo ben lontani dal primato della Svezia (76%). Per supplire alle carenze dei servizi pubblici, le donne si caricano di una notevole mole di impegni, tra cura della famiglia e attività domestiche, cui dedicano in media 3 ore e 45 minuti al giorno di lavoro non retribuito, pari ad un valore complessivo annuo di 100,2 miliardi di euro, di cui 18,5 miliardi attribuibile alle imprenditrici e 81,7 miliardi alle lavoratrici dipendenti. Il valore del lavoro non retribuito delle lavoratrici artigiane autonome è pari a 3,7 miliardi.  

COVID19, PROTOCOLLO ACCOGLIENZA SICURA

Protocollo nazionale “Accoglienza Sicura” – misure di prevenzione della diffusione del virus SARS-CoV-2 nelle strutture turistico ricettive. Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel, organizzazioni nazionali maggiormente rappresentative delle imprese turistico ricettive, hanno elaborato l’allegato protocollo nazionale “Accoglienza Sicura”, che individua efficaci misure di prevenzione della diffusione del virus SARS-CoV-2, con l’obiettivo di tutelare la salute degli ospiti e dei collaboratori e di realizzare l’equilibrio necessario per garantire l’erogazione del servizio in condizioni di sicurezza e sostenibilità, senza snaturarne le caratteristiche. Il protocollo è stato redatto da una task force composta da imprenditori e dirigenti, italiani e stranieri, espressione delle diverse categorie e tipologie di strutture turistico ricettive che – con l’ausilio di consulenti in materia di igiene e sicurezza e sotto la supervisione di un esperto in malattie infettive – hanno analizzato le diverse fasi dei processi di produzione ed erogazione del servizio, individuando gli eventuali punti critici e suggerendo le conseguenti misure da adottare, prospettando quando possibile la disponibilità di soluzioni alternative, ispirate al principio della sicurezza equivalente. Hanno collaborato alla redazione del protocollo anche la Croce Rossa Italiana e rappresentanti di imprese alberghiere ed associazioni territoriali degli albergatori che stanno curando, al fianco della Protezione Civile e del Sistema Sanitario Nazionale, le soluzioni ricettive destinate ad accogliere gli operatori sanitari e i volontari impegnati nella gestione dell’emergenza nonché le persone in quarantena. Il documento è stato elaborato sulla base delle informazioni disponibili e delle disposizioni vigenti alla data odierna. Sarà soggetto a revisione in caso di aggiornamento delle suddette fonti, di evoluzione della situazione epidemiologica e sulla base delle esperienze che saranno maturate in fase di applicazione in condizioni di “normalità”, che auspichiamo possa avvenire in tempi brevi, non appena sarà nuovamente consentito alle persone di spostarsi all’interno del territorio nazionale e, conseguentemente, si riattiverà la domanda di servizi turistico ricettivi, che al momento è sostanzialmente azzerata. Per consultare il protocollo clicca qui 

COVID-19, BANDO RIMBORSO AL 100% PER SPESE SOSTENUTE PER ACQUISTO STRUMENTI PROTEZIONE INDIVIDUALE

COVID-19 – Bando Rimborso al 100% delle spese sostenute per l' acquisto di strumenti di protezione individuale – DPI-   Il nuovo bando da 50 milioni di euro attivato da Invitalia che punta a sostenere la continuità, in sicurezza, dei processi produttivi delle imprese di qualunque dimensione, operanti in Italia. Il bando consente di ottenere il rimborso al 100% delle spese sostenute dalle aziende per l’acquisto di dispositivi ed altri strumenti di protezione individuale (DPI) finalizzati al contenimento e al contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19. CHI PUO’ PARTECIPARE Possono partecipare le imprese italiane di qualsiasi dimensione. I beneficiari del rimborso sono dunque tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano e dal regime contabile adottato, che, alla data di presentazione della domanda. COSA FINANZIA Sono ammissibili al rimborso solamente le spese sostenute, dal 17/03/2020 alla data di invio della domanda di rimborso, per l’acquisto di dispositivi le cui caratteristiche tecniche rispettano tutti i requisiti di sicurezza previsti dalla vigente normativa. Pertanto, sono rimborsabili le spese sostenute per l’acquisto di: mascherine filtranti, chirurgiche, FFP1, FFP2 e FFP3; guanti in lattice, in vinile e in nitrile; dispositivi per protezione oculare; indumenti di protezione, quali tute e/o camici; calzari e/o sovrascarpe; cuffie e/o copricapi; dispositivi per la rilevazione della temperatura corporea; detergenti e soluzioni disinfettanti/antisettici. La misura del rimborso è pari al 100% delle spese ammissibili, nel limite massimo di 500 euro per ciascun addetto a cui sono destinati i DPI e fino ad un importo massimo per impresa di 150.000 euro. COME FUNZIONA Le domande devono essere presentate, in modalità telematica, all’Agenzia INVITALIA secondo una sequenza temporale articolata nelle seguenti tre fasi: prenotazione del rimborso, da effettuarsi a partire dall’11 maggio e fino 18 maggio dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 18.00, attraverso uno sportello informatico dedicato; pubblicazione dell’elenco cronologico delle prenotazioni entro tre giorni dal termine finale di invio delle prenotazioni; le imprese ammesse potranno compilare la domanda di rimborso dalle ore 10.00 del 26 maggio 2020 alle ore 17.00 dell’11 giugno 2020 attraverso la procedura informatica che sarà attivata sul sito web dell’Agenzia INVITALIA; erogazione dei rimborsi: le attività per l’erogazione dei rimborsi saranno avviate subito dopo la conclusione della fase di compilazione. I rimborsi verranno effettuati entro il mese di giugno. Per informazioni  ci trovi al numero 015 8551710 Per collegarsi al invitalia clicca 

CISTERNETTE GASOLIO, RINVIATI GLI ADEMPIMENTI AL 31 GENNAIO 2021 P

CISTERNETTE GASOLIO, CONFARTIGIANATO TRASPORTI: BENE IL RINVIO AL 1 GENNAIO 2021 DEI NUOVI ADEMPIMENTI PER I TRASPORTATORI Confartigianato Trasporti esprime soddisfazione per aver ottenuto il rinvio al 1° gennaio 2021 dell’entrata in vigore dei nuovi adempimenti per i possessori di distributori ad uso privato. La Legge n. 27 del 24 aprile 2020, di conversione del decreto legge 18 del 17 marzo 2020 (DL Cura Italia), pubblicata in Gazzetta Ufficiale n.110 del 29 aprile 2020 contiene la modifica dell’art. 92 del provvedimento comma 4 sexies, che rinvia al 1° Gennaio 2021 la scadenza precedentemente prevista al 30 Giugno 2020, relativa all’obbligo della denuncia di esercizio da parte dei possessori delle cisternette di gasolio, presso l’Ufficio delle dogane competente per territorio. La sospensione dei termini vale anche per la tenuta, in forma semplificata, dei registri di carico e scarico, in quanto adempimento previsto per i titolari di licenza fiscale. In particolare, il rinvio interessa: – gli esercenti apparecchi di distribuzione automatica di carburanti per usi privati, agricoli e industriali, collegati a serbatoi di capacità globale superiore ai 5 metri cubi e fino a 10 metri cubi; – gli esercenti depositi per uso privato, agricolo ed industriale, di capacità superiore a 10 metri cubi e fino a 25 metri cubi. Come annunciato con nota del 19 marzo u.s., Confartigianato Trasporti ha continuato a portare avanti, in queste difficili settimane di emergenza, la battaglia per una proroga più lunga di tali adempimenti ed in generale per una semplificazione di norme per il settore che alleggerisca di ulteriori costi e oneri il carico per le piccole e medie imprese di autotrasporto.

RIPARTI PIEMONTE, APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE DA 800MLN

 " RIPARTI PIEMONTE" APPROVATO IL DISEGNO LEGGE DA 800mln Il provvedimento contiene "le misure per mettere benzina in questa nostra Regione che ha bisogno di ripartire". Un provvedimento a 360°, che non tralascia nessun settore, di cui #Confartigianato è stata parte integrante. Circa 172 milioni riguardano le imprese e gli autonomi, con particolari incentivi per coloro che vorranno riconvertire la produzione per realizzare DPI. 62 milioni circa riguardano l’artigianato, 68 per l’edilizia e 67 per il commercio per cercare di sostenere questi due settori chiave per l’economia. 55 milioni per la sanità, 42 per il settore dell’agricoltura, 11 per la cultura in modo da includere anche coloro che lavorano per i teatri, eventi, tecnici luci, service e fotografi; per il turismo che include ovviamente le strutture ricettive e le agenzie di viaggio 34 milioni, 7.5 milioni per lo sport, 2 per i centri diurni, 40 per la ricerca e 3,2 per la digitalizzazione e lo smart working, 8.7 per la montagna. 44.5 milioni per l’ambiente. "Il cronoprogramma – rimarca Cirio – prevede l'approvazione definitiva entro metà maggio. C'è la disponibilità man mano che approviamo pezzi del piano a stralciarli per iniziare subito a mettere in campo le relative misure. Per esempio gli 88 milioni del Bonus Piemonte, appena avuto via libera consiglio li accrediteremo sui conti correnti dei beneficiari. Lavoreremo tutti i giorni fino al 15 maggio, domeniche comprese, per questo obiettivo". "Siamo orgogliosi di questo piano – aggiunge Cirio – perché mette soldi nuovi, non spreca quelli vecchi e usa al meglio le risorse che ci sono"