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Covid-19, apertura punti ristoro per camionisti in porti e interporti

CORONAVIRUS, AUTOTRASPORTO: NUOVA ORDINANZA DISPONE APERTURA PUNTI RISTORO PER CAMIONISTI IN PORTI ED INTERPORTI Confartigianato Trasporti comunica che con l’ordinanza a firma del Ministro della Salute, Roberto Speranza, e del Ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, è stata stabilita l’apertura dei punti ristoro per i camionisti anche nei porti e negli interporti. Ciò vale anche nelle aree che si aggiungono a quelle indicate con un livello di rischio alto nel Dpcm del 3 novembre scorso. La nuova ordinanza, nata a seguito dell’esigenza manifestata dal settore dell’autotrasporto di merci su strada di tenere aperti i servizi essenziali, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale in data 18 novembre 2020. Ordinanza Ministero della Salute – Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

MECCANICA, intervista su RadioUno della presidente di Confartigianato Meccanica Barbara Ramaioli

MECCANICA – La presidente di Confartigianato Meccanica Barbara Ramaioli intervistata su RadioUno La Presidente di Confartigianato Carpenteria Meccanica, Barbara Ramaioli, è stata intervistata ieri su Radio Uno, nel corso del programma "Sportello Italia". Barbara Ramaioli, neo-eletta presidente e in carica per il prossimo quadriennio, è titolare e socia dell'azienda "La Fer" di Vighizzolo di Cantù (CO). Ascolta qui la sua intervista.      

DPCM 3 novembre, la Prefettura risponde sualla criticit? degli spostamenti tra comuni

In riferimento alle problematiche  insorte per gli spostamenti tra comuni diversi interessante i clienti delle attività al allegato 23 e 24  del DPCM 3 novembre 2020 e alla definizione degli aiuti a fondo perduto non da destinare in base agli ATECO ma in base all' attività svolta, Confartigianato Biella aveva richiesto alla Prefettura di Biella dei chiarimenti. In data odierna ci è pervenuta la loro risposta ufficiale (Prefettura Biella – Area I – Prot. Uscita N.0030410 del 18/11/2020) di cui evidenziamo quanto segue : Rif. Bonus ristori, ristori bis  ……..quanto prospettato anche con riferimento a quei mestieri artigiani non ammessi ai contributi previsti dai recenti interventi normativi –c.d. Ristoro 1 e bis- nonostante i notevoli e prolungati cali di fatturato. La logica, quale suggerita da codesta Associazione, sarebbe quella della filiera e non dei codici ATECO, perché venga fornito un aiuto concreto esclusivamente a quegli esercizi che dimostrino un calo di fatturato, di rilevante percentuale, a prescindere, quindi, dall’attività e dal servizio svolti.?   Rif. problematiche di spostamenti tra comuni  ………….. alla questione, pure evidenziata, degli spostamenti fra Comuni al fine di fruire dei servizi attivi, in particolare, di quelli alla persona, si fa presente che nell’attuale quadro normativo, quale emerge dalle previsioni di cui all’art. 3, comma 4, lett. a) del DPCM del 3 novembre scorso, alla luce anche degli indirizzi forniti dal Gabinetto del Ministro dell’Interno e dalle recenti FAQ della Presidenza del Consiglio, gli spostamenti all’interno del Comune o tra Comuni diversi sono consentiti esclusivamente per “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”. Dovendo fornire un’interpretazione rispettosa del testo di legge e, al contempo, rispondente ai principi di logicità e ragionevolezza nell’applicazione della citata normativa alla concreta realtà, si ritiene che possano essere raggiunte, dalla clientela, le attività economiche del commercio al dettaglio di cui all’allegato n. 23 e i servizi alla persona di cui al successivo allegato n. 24 al citato DPCM, che si trovino lungo il percorso degli spostamenti consentiti, e anche in occasione degli stessi, in quanto quegli spostamenti siano originati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità o motivi di salute. In tali evenienze, difatti, esigenze di ragionevolezza impongono di considerare come legittimo e giustificato usufruire delle attività economiche e dei servizi che si trovano in prossimità del luogo già raggiunto per le consentite motivazioni fissate dal citato disposto normativo. La Prefettura inoltre precisa  che …… impone di limitare gli spostamenti allo stretto necessario. Infatti, anche ove fosse garantito il contingentamento degli ingressi, e dunque evitato il rischio di assembramento, consentire di raggiungere l’esercizio “fuori zona”, non solo incrementerebbe il flusso della circolazione, con conseguenti ripercussioni sui trasporti, ma potrebbe favorire, al contempo, la circolazione del virus. Le difficoltà dell’attuale momento storico e la necessità di superare quanto prima l’emergenza epidemiologica, impongono uno sforzo congiunto di tutte le parti sociali attive sul territorio  

RITIRO PNEUMATICI FUORI USO DENUNCIA DI CONFARTIGIANATO AUTORIPARAZIONE

AUTORIPARAZIONE – Ritiro pneumatici fuori uso: Confartigianato Autoriparazione chiede l’intervento del Ministro dell’Ambiente   Gli autoriparatori e i gommisti di Confartigianato denunciano gravi carenze e disservizi nel ritiro di pnenumatici e pneumatici fuori uso da parte dei Consorzi abilitati. La situazione ha raggiunto livelli di guardia in tutta Italia, al punto che il Presidente di Confartigianato Autoriparazione Alessandro Angelone si è rivolto al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa con una lettera nella quale segnala il problema e sollecita un rapido intervento. “L’attuale sistema di raccolta degli pneumatici – sottolinea il Presidente Angelone – presenta fortissime criticità e carenze che mettono in seria difficoltà i gommisti associati i quali ricorrentemente, e in particolare a fine anno, non si vedono garantito il servizio di ritiro PFU da parte dei Consorzi abilitati. Il rischio molto probabile è di incorrere ancora una volta nel blocco del ritiro dei PFU”. La giacenza di pneumatici fuori uso non ritirati – spiega Angelone nella lettera al Ministro Costa – provoca conseguenze estremamente penalizzanti per le aziende sia sotto il profilo operativo, sia economico poiché espone le imprese al rischio di pesanti sanzioni amministrative, creando gravi ricadute anche per l’ambiente e per la salute della collettività. Il Presidente di Confartigianato Autoriparazione sottolinea inoltre che “inefficienze e anomalie dell’attuale meccanismo sono anche riconducibili a fenomeni di illegalità che spesso si annidano nel sistema di gestione degli pneumatici. Questo sistema, infatti, che è finanziato attraverso il contributo ambientale versato dagli acquirenti degli pneumatici dovrebbe garantire rintracciamento, raccolta e recupero di una quantità di PFU corrispondente agli pneumatici regolarmente immessi sul mercato. Esistono tuttavia pratiche scorrette come la vendita in nero di pneumatici, anche sul web, che generano evasione fiscale e del contributo ambientale o altre irregolarità nella gestione dei PFU, che pregiudicano il corretto funzionamento del sistema – con il rischio ricorrente di abbandoni, accumuli ingestibili di PFU presso gli operatori – e la copertura economica del sistema nazionale, non essendo possibile distinguere in fase di prelievo presso gli operatori i PFU regolari da quelli derivanti da pratiche illegali”. Il Presidente Angelone, nel richiedere l’intervento del Ministro, ricorsa che Confartigianato Autoriparazione è da tempo intervenuta presso tutte le sedi istituzionali competenti per sollecitare interventi risolutivi che possano garantire un sistema di tracciabilità, trasparenza e legalità dell’intero flusso degli pneumatici fondato sulla regolarità degli operatori, volto a riequilibrare il meccanismo e assicurarne la sostenibilità economica, oltre che a soddisfare il target di raccolta previsto per legge che, altrimenti, diventa insufficiente a coprire il quantitativo di pneumatici immesso sul mercato.

FONDO PERDUTO RISTORAZIONE, scade il 28 novembre 2020

Il Fondo Ristorazione, grazie a una dotazione di 600 milioni di euro, garantisce in modo semplice e immediato un sostegno al mondo dell'ho.re.ca. e alla filiera agroalimentare, contrastando anche lo spreco. Il Fondo consente di richiedere contributi a fondo perduto da un minimo di mille fino a un massimo di diecimila euro per l'acquisto di prodotti 100% Made in Italy. Fondo ristorazione, come funziona È un contributo a fondo perduto, di importo compreso tra 1.000 e 10mila euro, concesso per gli acquisti di prodotti agroalimentari, inclusi prodotti vitivinicoli, della pesca e dell'acquacoltura, anche DOP e IGP, che valorizzino la materia prima di territorio. Deve trattarsi, cioè di prodotti acquistati attraverso il canale della vendita diretta, oppure ottenuti da una filiera integralmente nazionale, dalla materia prima al prodotto finito. Gli acquisti devono essere effettuati dopo il 14 agosto 2020 ed essere dimostrati attraverso apposita documentazione fiscale. Inoltre, la spesa deve comprendere almeno 3 differenti tipologie di prodotti agroalimentari, con il prodotto principale che non supera il 50% della spesa totale. Il decreto attuativo riconosce priorità agli acquisti di prodotti DOP e IPG e di prodotti ad alto rischio di spreco, che sono elencati nell'allegato al provvedimento e rientrano nel paniere già elaborato dal "Tavolo per la lotta agli sprechi e per l'assistenza alimentare" per il Programma di distribuzione delle derrate alimentari finanziato dal FEAD, il Fondo europeo per gli aiuti agli indigenti 2014-2020. Chi può ottenere il Bonus ristorazione Il contributo a fondo perduto è riservato alle imprese attive nel settore della ristorazione, con uno dei seguenti codici ATECO prevalente: ·         56.10.11 (ristorazione con somministrazione), ·         59.29.10 (mense) ·         56.29.20 (catering continuativo su base contrattuale) ·         56.10.12 (attività di ristorazione connesse alle aziende agricole), ·         56.21.00 (catering per eventi), ·         55.10 (alberghi, limitatamente alla somministrazione di cibo). Il contributo è concesso: alle imprese in attività alla data del 15 agosto 2020 il cui ammontare del fatturato medio dei mesi da marzo a giugno 2020 sia inferiore ai tre quarti dell'ammontare del fatturato medio dei mesi da marzo a giugno 2019, oppure a prescindere dall’ammontare del fatturato per quelle avviate a decorrere dal 1° gennaio 2019. L'agevolazione è concessa nei limiti di spesa indicati dalla normativa europea in materia di aiuti de minimis e de minimis agricolo fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Le domande possono essere presentate di persona presso gli Uffici postali, oppure online, collegandosi al sito www.portaleristorazione.it   attivo a partire dal 15 novembre sino al 28 novembre 2020. per vedere il video i presentazione clicca qui  https://youtu.be/xOy_4P8G_1Y per scaricare le slide clicca qui  per visitare il sito mipaaf clicca qui  per il video tutorial clicca qui     

Bando DIGITAL TRANSFORMATION, attivo dal 15 dicembre 2020

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il decreto che definisce i termini e le modalità di presentazione delle domande di agevolazione per il bando "Digital Transformation" delle PMI. Per questa misura sono stati stanziati 100 milioni di euro dal Decreto Crescita, con l'obiettivo di favorire la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle micro, piccole e medie imprese, attraverso l'applicazione di tecnologie avanzate previste nell'ambito di Impresa 4.0 e di quelle relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera.   SOGGETTI BENEFICIARI   Possono beneficiare delle agevolazioni le PMI che, alla data di presentazione della domanda, risultino; iscritte come attive nel Registro delle imprese; operano in via prevalente o primaria nel settore manifatturiero e/o in quello dei servizi diretti alle imprese manifatturiere e/o nel settore turistico e/o nel settore del commercio; hanno conseguito, nell'esercizio cui si riferisce l'ultimo bilancio approvato e depositato, un importo dei ricavi delle vendite e delle prestazioni pari almeno a euro 100.000,00; dispongono di almeno due bilanci approvati e depositati presso il Registro delle imprese; non sono sottoposte a procedura concorsuale e non si trovano in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente. Le PMI in possesso dei predetti requisiti possono presentare, anche congiuntamente tra loro, purché in numero comunque non superiore a dieci imprese, progetti realizzati mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete o ad altre forme contrattuali di collaborazione, compresi il consorzio e l’accordo di partenariato in cui figuri, come soggetto promotore capofila, un DIH-digital innovation hub o un EDI-ecosistema digitale per l’innovazione, di cui al Piano nazionale Impresa 4.0.  PROGETTI AMMISSIBILI I progetti ammissibili alle agevolazioni devono essere diretti alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi dei soggetti proponenti mediante l’implementazione di tecnologie abilitanti individuate dal Piano nazionale impresa 4.0. (advanced manufacturing solutions, addittive manufacturing, realtà aumentata, simulation, integrazione orizzontale e verticale, industrial internet, cloud, cybersecurity, big data e analytics) e/o; tecnologie relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera, finalizzate: 1) all’ottimizzazione della gestione della catena di distribuzione e della gestione delle relazioni con i diversi attori; 2) al software; 3) alle piattaforme e applicazioni digitali per la gestione e il coordinamento della logistica con elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio; 4) ad altre tecnologie, quali sistemi di e-commerce, sistemi di pagamento mobile e via internet, fintech, sistemi elettronici per lo scambio di dati (electronic data interchange-EDI), geolocalizzazione, tecnologie per l’in-store customer experience, system integration applicata all’automazione dei processi, blockchain, intelligenza artificiale, internet of things. A tal fine i progetti devono prevedere la realizzazione di: attività di innovazione di processo o di innovazione dell’organizzazione, ovvero; investimenti.  I progetti di spesa devono, inoltre, essere realizzati nell'ambito di una unità produttiva dell’impresa proponente ubicata su tutto il territorio nazionale, prevedere un importo di spesa non inferiore a euro 50.000,00 e non superiore a 500.000,00 AGEVOLAZIONE L'agevolazione è applicabile sul 50% dei costi ammissibili, di cui: 10% sottoforma di contributo a fondo perduto; 40% sottoforma di finanziamento agevolato da restituirsi senza interessi. 7 anni di ammortamento secondo un piano di ammortamento a rate semestrali costanti posticipate scadenti il 31 maggio e il 30 novembre di ogni anno. Non è previsto un piano di preammortamento   PRESENTAZIONE DOMANDA Domande a partire dalle ore 12.00 del 15 dicembre 2020. Siamo a Vostra completa disposizione per ogni eventuale chiarimento al numero 015 8551710  

SPOSTAMENTI DA UN COMUNE ALL’ ALTRO, CHE VINCA IL BUONSENSO

Spostamenti da un comune all'altro, che vinca il buonsenso! Dura presa di posizione del nostro direttore Massimo Foscale “L’ultimo Dpcm consente spostamenti dei cittadini tra diversi Comuni, per cause che siano ‘motivi di lavoro, salute o necessità’- spiega MASSIMO FOSCALE direttore di Confartigianato Biella – "Questo impedisce ai cittadini di usufruire dei servizi e delle attività a cui è stato concessa l'apertura ma che sono ubicati al di fuori del Comune di residenza e/o domicilio: molte attività commerciali, già duramente colpite dalla crisi economica causata dalla pandemia rischiano di aggravare maggiormente la propria situazione a causa di questa restrizioni, poiché sono il punto di riferimento per una clientela non limitata al proprio comune. Inoltre, essendo aperti, non possono fruire dei contributi a fondo perduto previsti per le attività sospese di cui al decreto ‘Ristori bis’. La situazione viene resa ancora più paradossale dal fatto che il Governo, con una recente Faq, ha stabilito che è consentito recarsi in un supermercato o negozio sito in altro Comune per ‘fare la spesa’ se questo è economicamente conveniente, e che diversi Prefetti (Sondrio, Brescia e Cremona) hanno autorizzano la mobilità dei cittadini verso un esercizi ubicati al di fuori del Comune di residenza e/o domicilio. Chiediamo a gran voce un chiarimento e una linea interpretativa unica a livello nazionale, facendo prevalere il buonsenso"

DECRETO RISTORI BIS, ELENCO DEI CODICI ATECO A CUI SPETTA IL CONTRIBUTO

Il decreto Ristori bis appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale (qui il testo completo) prevede all' art. 2 un contributo a fondo perduto destinato agli operatori PIVA dei settori economici interessati dalle nuove misure restrittive del DPCM del 3 novembre 2020 A chi spettano i contributi a fondo perduto È riconosciuto un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti che: alla data del 25 ottobre 2020 hanno la partita IVA attiva; dichiarano di svolgere come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO riportati nell’Allegato 2 al decreto Ristori bis; hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nelle aree del territorio nazionale di livello di rischio alto, individuate con Ordinanze del Ministro della salute adottate ai sensi dell’articolo 3 decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 novembre 2020. Come verrà accreditato  Chi ha già beneficiato dei precedenti ristori riceverà il bonifico direttamente sul proprio IBAN. Chi non ha mai presentato istanza, deve inoltrare la domanda esclusivamente mediante la procedura web e il modello approvato con il provvedimento del Direttore delle Entrate. Per controllare se il tuo codice ateco è nell' elenco delle attività a cui verrà riconosciuto il contributo a fondo perduto clicca qui  Per scaricare il decreto ristori bis clicca qui  Siamo a Vostra completa disposizione per eventuali approfondimenti in merito al numero 015 8551710  

DECRETO RISTORI BIS, NECESSARI CONTRIBUTI ADEGUATI, CONCRETI E VELOCI

DECRETO RISTORI e DECRETO RISTORI BIS – Necessari contributi adeguati, concreti e veloci. Con il Decreto ristori bis si sta andando nella direzione giusta ma vogliamo verificare insieme al Governo l’elenco dei codici Ateco delle attività che prenderanno gli indennizzi per evitare che ci siano, nuovamente, settori esclusi. Giorgio Felici (Presidente Confartigianato Piemonte): “occorre uscire dalla logica dei codici ATECO, sistema che ha dimostrato nei fatti di escludere intere categorie colpite tanto quanto, se non in misura maggiore, di quelle coinvolte” “Ancora una volta non possiamo dire “buona la prima”. E’ stato necessario, infatti, stanziare altre risorse con il Decreto Ristori bis per andare in aiuto alle realtà che non possono lavorare e che con il Decreto Ristori non avrebbero ricevuto un euro dallo Stato. Per tutte queste attività e professioni è fondamentale avere la certezza di ristori adeguati, concreti e veloci”. Questo il commento di Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, rispetto alla situazione che si è venuta a creare nel settore artigiano del Piemonte dopo il DPCM firmato dal Presidente del Consiglio e che, anche a seguito delle sollecitazioni di Confartigianato, ha portato al varo di un nuovo decreto Ristori (Decreto Ristori bis). Confartigianato Piemonte sottolinea come dal primo Decreto siano rimaste fuori categorie come i Bus Operator e i Fotografi, solo per fare degli esempi, ma anche tutti quei mestieri artigiani che ruotano intorno alla produzione e servizi per la ristorazione e somministrazione, dalle pizzerie a taglio alle gastronomie, passando per rosticcerie e piadinerie, non ammesse ai contributi nonostante i vistosi e prolungati cali di fatturato, e quelle che gravitano nel turismo, negli eventi, nei convegni e nei congressi, di fatto senza mercato da 7/8 mesi. Senza dimenticare le imprese appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, per le quali la Confederazione ha chiesto di includere le imprese agroalimentari artigiane di prima trasformazione di prodotti agricoli (lavorazione carni e trasformazione dei prodotti caseari) che subiscono gravi danni economici a causa delle restrizioni imposte al settore della ristorazione. Nel lockdown di marzo il codice Ateco dei fotografi non compariva tra quelli delle attività obbligate alla chiusura perché molti laboratori fotografici sono stati parificati agli ottici e, pertanto, considerate attività essenziali. In tale periodo, però, fra cerimonie annullate, matrimoni rinviati e divieti negli spostamenti se non per motivi di lavoro, di salute o per procurarsi beni di prima necessità, recarsi dai fotografi era improbabile e impossibile. Quindi senza obbligo di chiusura, i fotografi si sono trovati a poter tenere aperti i negozi ma a non avere, o raramente, clienti. E, proprio per il fatto che i loro codici Ateco non fossero contemplati dai DPCM, ha fatto sì che l’intero settore fosse escluso a priori dal Decreto Ristori. “Una situazione paradossale che si è ripetuta nuovamente, in questa seconda ondata di contagi e che rischia di aggravarsi. – sottolinea Felici – La quasi totalità delle cerimonie e dei matrimoni sono stati nuovamente annullati o rimandati, o nella migliore delle ipotesi celebrati con un ridimensionamento tale tra ospiti e organizzazione che ha comunque portato ad una riduzione degli incarichi e dei guadagni da parte dei fotografi.” “Già a maggio avevamo chiesto che fossero previste misure specifiche e concrete di aiuto per la categoria – afferma Felici -. Ora, a fronte del DL Ristori del 28 ottobre e il nuovo DPCM del 3 novembre, ci siamo trovati di nuovo a chiedere l’inserimento delle aziende di fotografia e comunicazione tra i beneficiari delle misure di sostegno economico previste per altri settori. Con il Decreto Ristori bis si sta andando nella direzione giusta ma vogliamo verificare insieme al Governo l’elenco dei codici Ateco delle attività che prenderanno gli indennizzi per evitare che ci siano, nuovamente, settori esclusi”. “Per questo occorre uscire dalla logica dei codici ATECO – riprende Felici – sistema che ha dimostrato nei fatti di escludere intere categorie colpite tanto quanto, se non in misura maggiore, di quelle coinvolte. Insomma occorre ragionare non per codici Ateco ma con una logica di filiera”. “Il Governo deve pensare a provvedimenti che seguano la logica di aiutare coloro che possono dimostrare un calo del fatturato di una certa percentuale a prescindere dalla attività che viene svolta – riprende Felici – è infatti chiaro che la riduzione della socialità indotta dalle chiusure di certe attività come bar, locali, ristoranti e il divieto di tenere cerimonie e feste incidono sui bilanci di tutti”. “Occorre dimostrare con chiarezza agli imprenditori che i loro sacrifici vengono ripagati con ristori immediati e proporzionati al danno-conclude Felici – Le parole d’ordine devono essere velocità e ‘zero burocrazia’. Insomma, gli imprenditori devono poter contare su risorse certe, erogate in tempi rapidi”. PER SCARICARE IL DECRETO RISTORI BIS CLICCA QUI  PER SCARICARE L' ELENCO DEI CODICI ATECO DELLE AZIENDE A CUI SPETTANO I CONTRIBUTI CLICCA QUI

ELENCO CODICI ATECO SOSPESI IN ZONA ROSSA

ELENCO DEI CODICI ATECO RELATIVI ALLE ATTIVITA' SOSPESE INDICATE NEL D.P.C.M. 03/11/2020 (Allegati 23 e 24) NELLE REGIONI A RISCHIO DI MASSIMA GRAVITA' (AREA ROSSA) Si segnala che le attività di ristorazione non vengono considerate fra quelle sospese dato che i servizi di asporto e di consegna a domicilio, che rimangono aperti, non sono esplicitati nella classificazione Ateco? Per scaricare il modulo clicca qui