Confartigianato Biella - Via Galimberti 22 - 13900 BIELLA - Tel : 015-8551711 / 8551710 - Fax : 015-8551722 - Email: biella@biella.confartigianato.it

SEMPRE + DIGITAL COMMERCE 2020, PRIMO APPUNTAMENTO 20 OTTOBRE 2020

Sempre + digital commerce 2020 [primo appuntamento 20 Ottobre Un percorso di formazione al futuro In un contesto che si è evoluto bruscamente con l’emergenza Covid, sono presenti molte opportunità da cogliere. Un ciclo di laboratori di formazione e aggiornamento interaziendale coprogettato dai partner #biellaimpresa ed i key players del distretto biellese e pensato anche per imprese, artigiani e commercianti che si stanno affacciando al mercato digitale e che necessitano di orientarsi nella complessità.  8 moduli online coprogettati con enti ed aziende sponsor distribuiti su un arco di 4 settimane a partire da Martedì 20 Ottobre 2020.  Ogni modulo si terrà nel tardo pomeriggio e sarà costituito da 60’ di didattica e 30’ di discussione.   Programma ed altre informazioni Programma, costi e facilitazioni si possono visionare qui.  Per iscriversi si può utilizzare l'apposito modulo. Per maggiori informazioni scrivere a info@agendadigitale.biella.it [oggetto #spdc2020] Per maggiori informazioni  chiamaci allo 015 8551710

CONVENZIONE SOCI, PER L’ ACQUISTO DEI MANULAI -GLI IMPIANTI A GAS SECONDO LA REGOLA DELL’ ARTE

Impianti a gas – Opportunità di acquisto agevolato delle norme tecniche  Vi informiamo che in  sarà possibile offrire alle imprese associate (o a chi ne farà richiesta) un voucher con un buono sconto per l’acquisto delle principali norme tecniche utile nello svolgimento dell’attività lavorativa. Il MODULO DI ACQUISTO allegato permetterà di usufruire della promozione per 1 mese. L’acquisto potrà essere eseguito direttamente dall’interessato PER MAGGIOR INFO SIAMO A TUA DISPOSIZIONE AL NUMERO 015 8551710

CONFARTIGIANATO TRASPORTI, FREJUS STOP DAL 1 OTTOBRE AI VEICOLI EURO 3 E EURO 4

VIABILITÀ, FREJUS: DAL 1° OTTOBRE STOP AI VEICOLI EURO 3 ED EURO 4 Confartigianato Trasporti informa che, terminato il periodo delle proroghe, entrate in vigore nel periodo dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, da oggi 1° ottobre 2020 è interdetta la circolazione nel Traforo del Frejus per i mezzi appartenenti alle classi ecologiche Euro 3 ed Euro 4. Per maggiori informazioni link al sito Traforo del Monte Bianco

RIPARTE IL TORINO JAZZ FESTIVAL PIEMONTE , DATE E PROGRAMMI

  Torino Jazz Festival – dal 2 ottobre  al 29 novembre 2020 RIPARTE IL TORINO JAZZ FESTIVAL PIEMONTE: DATE E PROGRAMMA In attesa della seconda parte del TJF con Jazz Cl(h)ub, il Torino Jazz Festival Piemonte, interrotto a causa della pandemia, riparte il 3 ottobre con 16 concerti in 13 Comuni, coinvolgendo oltre 40 artisti. La volontà di sanare la ferita inferta dall’ interruzione ha reso possibile riallestire in tempi record un festival che invade tutte le province del Piemonte. Artisti nazionali ed internazionali arrivano per la seconda edizione del Torino Jazz Festival Piemonte, la manifestazione che nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Piemonte dal Vivo (circuito regionale multidisciplinare) e la Città di Torino con il suo Torino Jazz Festival. Il progetto è portato avanti grazie all’esercizio eccellente di una direzione artistica condivisa tra Diego Borotti e Giorgio Li Calzi (co-direttori Torino Jazz Festival), Fulvio Albano (Consorzio Piemonte Jazz) e la Fondazione Piemonte dal Vivo. Il festival è realizzato con il supporto della Fondazione per la Cultura Torino, il main partner Reale Mutua e gli sponsor Ancos e Confartigianato Imprese. Il Festival parte il 3 ottobre a Novara, nella basilica di San Gaudenzio con Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura: già ospiti del TJF ad agosto. Tra i nomi del cartellone: Riccardo Forte con Diego Borotti, l’incontro tra Gianni Coscia, Dino Piana, Enrico Rava e Pupi Avati, Peppe Servillo insieme a Furio di Castri, Andrea Ravizza, Banda Osiris e Fabrizio Bosso, Camille Bertault, Dan Tepfer, Paolo Alderighi e Stephanie Trick, Just Friends Quartet, Ruben Bellavia Trio, Aldo Mella Trio Animalunga e Alessio Menconi Organ Trio. A Biella "Torinojazzfestival" farà tappa  al  – Opificio dell’Arte Sabato 17 ottobre 2020 – ore 21.00 RUBEN BELLAVIA Trio Ruben Bellavia – batteria Riccardo Sala – sax Davide Liberti – contrabbasso CONSORZIO PIEMONTE JAZZ Il trio prende il nome del batterista Ruben Bellavia e propone un repertorio di brani originali unendo musica improvvisata di matrice afroamericana, groove, jazz-rock e world music. Le diverse contaminazioni e il background dei componenti del trio conferiscono alla formazione un sound eclettico ed originale. Tutte le info di biglietteria e il calendario sono sul sito di Piemonte dal Vivo. Il programma dei concerti è consultabile alla pagina www.torinojazzfestival.it  

SMOG, GIORGIO FELICI, NO ADDOSSARE LA LOTTA CONTRO L’ INQUINAMENTO AGLI ARTIGIANI

SMOG. GIORGIO FELICI (PRESIDENTE DI CONFARTIGIANATO PIEMONTE): “AGLI ARTIGIANI NON SI PUÒ ADDOSSARE LA CROCE DELLA LOTTA CONTRO L’INQUINAMENTO” “Alla Regione chiederemo esenzioni per chi utilizza i mezzi N1, euro 3 diesel ma,  soprattutto, provvedimenti non estemporanei.” “Tutte le mattine un artigiano si sveglia, si affaccia alla finestra per vedere che tempo fa e si chiede: potrò circolare e lavorare? Domani mattina sicuramente la risposta sarà negativa, visto l’ennesimo annuncio del blocco del traffico. Insomma, la giusta lotta all’inquinamento prosegue con provvedimenti tampone. Come artigiani non intendiamo sopportare una simile improvvisazione in materia di mobilità”. Così Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, commenta la nuova decisione del blocco del traffico. “Pmi, micro-imprese e artigiani vivono tra mille difficoltà: 3 mesi di lockdown, oneri fiscali e burocratici, zero liquidità, ripartenza lenta. Ora non possono chiederci di portare anche la croce della lotta all’inquinamento, che deve essere condotta adottando misure strutturali non solo in tema di mobilità. Su questo fronte non vediamo novità. Peccato che ora la situazione delle nostre imprese non è solo difficile, ma drammatica. Giardinieri, idraulici, elettricisti: sono davvero tanti gli artigiani preoccupati dal dover subire un ulteriore grave danno economico. Utilizzano il furgone come strumento di lavoro, per raggiungere i clienti o per fare consegne. Bloccarli vuol dire impedire loro di lavorare, e davvero pochi sono nelle condizioni di poter investire decine di migliaia di euro nell’acquisto di un nuovo mezzo di trasporto. Porteremo la loro voce domani all’incontro in Regione con l’assessore  Marnati. Ancora una volta chiederemo esenzioni per chi utilizza, ad esempio, i mezzi N1, euro 3 diesel per le tipologie produttive che ricoprono carattere d’urgenza o non procrastinabili ed in particolare per quelle attività previste per legge ma, soprattutto, provvedimenti non estemporanei. Cosa si pensa di fare, per esempio, sul fronte del riscaldamento, che a breve verrà attivato, che è ben più inquinante dei mezzi diesel? Voglio ricordare che la Regione ha giustamente preso posizione contro il Comune di Torino sulla Ztl, sostenendo che non è il traffico a produrre inquinamento. Ci aspettiamo, quindi, una posizione coerente con questo assunto anche quando si tratta di blocchi del traffico”.

SMOG, GIORGIO FELICI, NO ADDOSSARE LA LOTTA CONTRO L’ INQUINAMENTO AGLI ARTIGIANI

SMOG. GIORGIO FELICI (PRESIDENTE DI CONFARTIGIANATO PIEMONTE): “AGLI ARTIGIANI NON SI PUÒ ADDOSSARE LA CROCE DELLA LOTTA CONTRO L’INQUINAMENTO” “Alla Regione chiederemo esenzioni per chi utilizza i mezzi N1, euro 3 diesel ma,  soprattutto, provvedimenti non estemporanei.” “Tutte le mattine un artigiano si sveglia, si affaccia alla finestra per vedere che tempo fa e si chiede: potrò circolare e lavorare? Domani mattina sicuramente la risposta sarà negativa, visto l’ennesimo annuncio del blocco del traffico. Insomma, la giusta lotta all’inquinamento prosegue con provvedimenti tampone. Come artigiani non intendiamo sopportare una simile improvvisazione in materia di mobilità”. Così Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, commenta la nuova decisione del blocco del traffico. “Pmi, micro-imprese e artigiani vivono tra mille difficoltà: 3 mesi di lockdown, oneri fiscali e burocratici, zero liquidità, ripartenza lenta. Ora non possono chiederci di portare anche la croce della lotta all’inquinamento, che deve essere condotta adottando misure strutturali non solo in tema di mobilità. Su questo fronte non vediamo novità. Peccato che ora la situazione delle nostre imprese non è solo difficile, ma drammatica. Giardinieri, idraulici, elettricisti: sono davvero tanti gli artigiani preoccupati dal dover subire un ulteriore grave danno economico. Utilizzano il furgone come strumento di lavoro, per raggiungere i clienti o per fare consegne. Bloccarli vuol dire impedire loro di lavorare, e davvero pochi sono nelle condizioni di poter investire decine di migliaia di euro nell’acquisto di un nuovo mezzo di trasporto. Porteremo la loro voce domani all’incontro in Regione con l’assessore  Marnati. Ancora una volta chiederemo esenzioni per chi utilizza, ad esempio, i mezzi N1, euro 3 diesel per le tipologie produttive che ricoprono carattere d’urgenza o non procrastinabili ed in particolare per quelle attività previste per legge ma, soprattutto, provvedimenti non estemporanei. Cosa si pensa di fare, per esempio, sul fronte del riscaldamento, che a breve verrà attivato, che è ben più inquinante dei mezzi diesel? Voglio ricordare che la Regione ha giustamente preso posizione contro il Comune di Torino sulla Ztl, sostenendo che non è il traffico a produrre inquinamento. Ci aspettiamo, quindi, una posizione coerente con questo assunto anche quando si tratta di blocchi del traffico”.

FRANCIA, DIVIETO DI RIPOSO IN CABINA PER I CONDUCENTI DI VEICOLI LEGGERI SINO A 3,5 TONNELLATE

INTERNAZIONALI, FRANCIA: DIVIETO DI RIPOSO IN CABINA ANCHE PER I CONDUCENTI DI VEICOLI LEGGERI FINO A 3,5 TON L’Amministrazione francese ha informato, con una missiva indirizzata alla Commissione Ue ed alle Amministrazioni dei Paesi membri, la decisione di assoggettare all’obbligo di far trascorrere ai conducenti di veicoli leggeri (fino a 3,5 tonnellate) il riposo giornaliero e quello settimanale al di fuori del veicolo. La Francia comunica che tale riposo dei conducenti va effettuato in strutture che siano compatibili con la dignità umana e rispettose della loro salute. Nella nota l’Amministrazione francese informa anche delle sanzioni che potranno essere irrogate al datore di lavoro che non fornisca al conducente gli elementi di prova atti a dimostrare che il proprio dipendente abbia effettivamente trascorso il riposo fuori dal veicolo. Tali sanzioni possono giungere sino alla confisca del veicolo. Si allega nota del 9 settembre 2020 delle autorità francesi (in francese) e una traduzione di cortesia in italiano

AMBIENTE E SICUREZZA GESTIONE RIFIUTI COSA E’ CAMBIATO DAL 26 SETTEMBRE?

AMBIENTE D. LGS. 116_2020  GESTIONE DEI RIFIUTI  COSA CAMBIA DAL 26 SETTEMBRE 2020? Il 26 settembre 2020 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 116/2020 che, nel recepire le Direttive Europee sui rifiuti e sugli imballaggi, MODIFICA in modo sostanziale la parte IV del Testo Unico Ambientale e di conseguenza GLI OBBLIGHI E GLI ADEMPIMENTI DELLE IMPRESE CHE PRODUCONO E GESTISCONO I RIFIUTI. Di seguito una sintesi delle principali novità. REGISTRI CARICO E SCARICO RIFIUTI Dal 26/09/2020 sono esonerati dall’obbligo di tenuta del registro di carico e scarico le imprese che raccolgono e trasportano i propri rifiuti non pericolosi (cat. 2bis dell’Albo Gestori Ambientali) nonché PER I SOLI RIFIUTI NON PERICOLOSI le imprese e gli enti produttori iniziali che non hanno più di 10 dipendenti; a tal proposito si specifica che è stata avanzata una richiesta di chiarimenti per la definizione di “dipendenti”. A tal proposito si rammenta che NULLA è variato rispetto all’obbligo TEMPORALE di smaltimento dei rifiuti che non superando i 30 m3 (rifiuti non pericolosi) resta ANNUALE: si consiglia pertanto all’azienda non più obbligata ad effettuare le annotazioni di prevedere una traccia delle produzioni per rispettare i termini di smaltimento. Si segnala inoltre che le aziende la cui produzione annua non eccede le 20 tonnellate di rifiuti non pericolosi e le 4 tonnellate di rifiuti pericolosi possono avvalersi per la tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti del servizio della nostra Organizzazione che può provvedere all’annotazione con cadenza mensile. Gli altri soggetti obbligati alla tenuta delle scritture ambientali sono rimasti invariati ma sono state chiarite le tempistiche per le annotazioni di carico e scarico: a) per i produttori iniziali almeno entro 10 giorni lavorativi dalla produzione del rifiuto e dallo scarico dello stesso; b) per i soggetti che effettuano la raccolta e il trasporto, almento entro 10 giorni lavorativi dalla data di consegna dei rifiuti all’impianto di destino; c) per i commercianti e gli intermediari di rifiuti almeno entro 10 giorni lavorativi dalla data di consegna dei rifiuti all’impianto di destino; d) per i soggetti che effettuano le operazioni di recupero e di smaltimento entro due giorni lavorativi dalla presa in carico dei rifiuti. I soggetti esercenti attività ricadenti nell’ambito dei codici ATECO 96.02.01 (Parrucchieri), 96.02.02 (Estetiste), 96.02.03 (Servizi di manicure e pedicure) e 96.09.02 (Attività di tatuaggio e piercing) che producono rifiuti pericolosi ed i produttori di rifiuti pericolosi non rientranti in organizzazione di ente o impresa possono adempiere all’obbligo con una delle seguenti modalità: a) Con la conservazione progressiva per tre anni del formulario di identificazione relativo al trasporto dei rifiuti b) Con la conservazione per tre anni del documento di conferimento rilasciato dal soggetto che provvede alla raccolta di detti rifiuti nell’ambito del circuito organizzato di raccolta. I tempi di conservazione del registro di carico e scarico scendono a tre anni dalla data dell’ultima registrazione effettuata. FORMULARIO DI IDENTIFICAZIONE DEI RIFIUTI Si conferma che la IV copia del formulario può essere trasmessa al produttore a mezzo pec, purché il trasportatore assicuri la conservazione del documento originale ovvero provveda successivamente all’invio dello stesso al produttore. Le copie dei formulari di identificazione dei rifiuti dovranno essere conservate per tre anni. In tema di trasporto rifiuti sono previste delle novità sia in tema di vidimazione che per quanto riguarda i rifiuti derivanti da attività di manutenzione, piccoli interventi edili, attività di pulizia, disinfestazione, derattizzazione e sanificazione ma anche su questo sono state presentate delle richieste di chiarimenti per permettere alle aziende associate di poter applicare le nuove disposizioni senza incorrere nel rischio di sanzioni. RESPONSABILITÀ DEL PRODUTTORE Operativamente torna la necessità di dimostrare l’effettivo smaltimento dei rifiuti; nello specifico il Decreto stabilisce che “nel caso di conferimento di rifiuti a soggetti autorizzati alle operazioni di raggruppamento, ricondizionamento e deposito preliminare di cui ai punti D13, D14, D15, la responsabilità dei produttori dei rifiuti per il corretto smaltimento è esclusa a condizione che questi ultimi, oltre al formulario di identificazione abbiano ricevuto un’attestazione di avvenuto smaltimento, resa ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, sottoscritta dal titolare dell’impianto da cui risultino: i dati dell’impianto e del titolare, le quantità dei rifiuti trattate, la tipologia di operazione di smaltimento effettuata.” SISTEMA DI TRACCIABILITÀ DEI RIFIUTI – REGISTRO ELETTRONICO NAZIONALE (R.E.N.) Il decreto disciplina il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti che si compone delle procedure e degli strumenti di tracciabilità integrati nel “Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti”, istituito ai sensi dell’art. 6 del D.L. 135/18. Le modalità di organizzazione, di funzionamento, di iscrizione da parte dei soggetti obbligati o di coloro che vi aderiranno in forma volontaria, la compilazione, la vidimazione e la tenuta in formato digitale dei registri di carico e scarico rifiuti e dei formulari di identificazione dei rifiuti sono demandati a successivi decreti ministeriali. Fino all’entrata in vigore del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, per i soggetti obbligati le modalità di compilazione, vidimazione, tenuta dei registri di carico e scarico e dei formulari di identificazione dei rifiuti sono quelle attualmente in vigore. M.U.D. – MODELLO UNICO DI DICHIARAZIONE AMBIENTALE Restano invariati i soggetti obbligati alla presentazione del M.U.D. ALTRE NOVITÀ Sono state riformulate le sanzioni sugli obblighi di comunicazione, tenuta dei registri di carico e scarico, formulari di identificazione dei rifiuti, obbligo di iscrizione al nuovo registro elettronico nazionale, etc. Sono state modificate alcune definizioni in particolare sulla nuova definizione di rifiuti urbani, che prevede che moltissimi rifiuti da speciali diventeranno urbani per legge. Si precisa tuttavia che la definizione di rifiuti urbani rileva ai fini degli obiettivi di preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio nonché delle relative norme di calcolo e non pregiudica la ripartizione delle responsabilità in materia di gestione dei rifiuti tra gli attori pubblici e privati. Inoltre, l’art. 198 sancisce che le utenze non domestiche possano conferire al di fuori del servizio pubblico i propri rifiuti urbani previa dimostrazione di averli avviati al recupero mediante attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l’attività di recupero dei rifiuti stessi. … Leggi tutto

CONFARTIGIANATO ORAFI

STUDI – Oreficeria in recupero dopo la pesante crisi Covid-19. Il focus nel convegno di Confartigianato a VicenzaOro In questa fine estate 2020 si registrano diversi segnali di recupero dell’attività economica che si dovrebbero riverberare positivamente sul rimbalzo previsto nel terzo trimestre dell’anno 2020. La nostra analisi della congiuntura di questa settimana ha messo in luce miglioramenti per numerosi indicatori, quali la produzione, il fatturato e gli ordinativi nella manifattura, l’attività delle costruzioni, le vendite al dettaglio, i flussi di commercio estero e il clima di fiducia di imprese e famiglie. Questi segnali sono particolarmente importanti per quei settori del made in Italy che hanno maggiormente sofferto durante la crisi Covid-19, tra cui la moda, mobili e la gioielleria. Nel settore orafo, l’analisi dei dati pubblicati ieri dall’Istat evidenzia che a luglio 2020 la produzione di gioielleria, bigiotteria e articoli connessi, lavorazione delle pietre preziose è salita del 19,2% rispetto a giugno, proseguendo il recupero avviato da maggio e che sta delineando una curva ‘V’. E’ auspicabile che questo trend prosegua anche nei mesi autunnali per poter avvicinare in tempi sostenibili il livello della produzione pre-Covid-19 di febbraio, dopo una crisi che è stata più profonda rispetto agli altri settori manifatturieri: nei cinque mesi marzo-luglio 2020 la produzione della gioielleria si è dimezzata, con un calo del 54,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e di intensità doppia rispetto al Manifatturiero (-23,7%).  In crescita i prezzi alla produzione che nella media dei cinque mesi marzo-luglio 2020 registrano una crescita tendenziale del 5,4% mentre, nello stesso periodo, il Manifatturiero è in deflazione (-1,7%). A luglio 2020 i prezzi risultano in salita del 9,9% rispetto un anno prima a fronte del calo dell’1,6% dei prezzi della manifattura. L’analisi del settore sarà esaminata nell’ambito della manifestazione VOICE a VicenzaOro, domani 12 settembre alle ore 15:00 durante il convegno organizzato da Confartigianato Orafi “Dinamiche evolutive del settore oreficeria in Italia: possibili scenari e strategie alla luce dell’emergenza COVID-19”. La struttura imprenditoriale del comparto Orafo conta 7.482 imprese attive che danno lavoro a 31.172 addetti. Nel settore orafo sono protagoniste le micro e piccole imprese con meno di 50 addetti che generano un fatturato di 2,9 miliardi di euro e danno lavoro a circa 24 mila addetti, oltre i tre quarti (77%) dell’occupazione del comparto. Spiccata la vocazione artigiana dell’oreficeria italiana, con una quota sulle imprese del comparto pari all’80%, ampiamente superiore al 64% osservata nel Manifatturiero; in termini occupazionali la quota sugli addetti del comparto è pari al 54% e doppia rispetto al 25% rilevata nel Manifatturiero. Come evidenziato in una nostra precedente analisi, l’artigianato orafo italiano vale come l’intero settore in Germania. I distretti dell’oreficeria italiana – Nei distretti nei territori provinciali di Arezzo, Alessandria e Vicenza si concentra un terzo (32%) delle imprese ed oltre la metà (55,5%) dell’occupazione dell’oreficeria. Le tre province sono le principali esportatrici rappresentando, come ha evidenziato una analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza, i tre quarti (76,5%) dell’export orafo italiano nei primi 9 mesi del 2019. L’analisi nella Nota dell’Ufficio Studi ‘Le tendenze del comparto Orafo nella crisi Covid-19’. Clicca qui per scaricarla.       INDICE DELLA PRODUZIONE: COMPARTO ORAFO E MANIFATTURIERO Gennaio 2018-luglio 2020. Indice destagionalizzato base 2015=100 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat     INDICE DEI PREZZI ALLA PRODUZIONE: COMPARTO ORAFO E MANIFATTURIERO Gennaio 2018-luglio 2020. Indice grezzo, base 2015=100 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat        

ANAP, RAPPORTO ISTAT SULL’INVECCHIAMENTO ATTIVO: L’ ITALIA TRA I PAESI EUROPEI MENO ATTREZZATI

RAPPORTO ISTAT SULL'INVECCHIAMENTO ATTIVO: L’ITALIA TRA I PAESI EUROPEI MENO ATTREZZ   Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione è ormai un processo ineludibile in quasi tutti i paesi a sviluppo avanzato. Occorre dunque un cambiamento culturale che porti a politiche mirate per governarlo, con l’obiettivo di trasformarlo da un peso a una risorsa per la società, attivando tutte le potenzialità delle persone anziane. La progressiva attenzione a livello internazionale ha stimolato molti paesi ad adottare politiche per l’invecchiamento attivo e ha portato alla costruzione dell’Active ageing index (Indice dell’invecchiamento attivo) a cui l’ISTAT ha collaborato insieme ai partner internazionali (Unece e Commissione europea). Si tratta di un indicatore composto principalmente da quattro componenti, ovvero il tasso di occupazione degli over 55, la partecipazione nella società, le attività di cura di bambini e adulti da parte degli anziani, la loro partecipazione ad attività politiche o di volontariato. È uno strumento finalizzato a monitorare i risultati nei diversi ambiti, utile soprattutto ai politici e agli amministratori pubblici per la valutazione e l’adozione di politiche adeguate di sostegno all’invecchiamento attivo. Tale indice è stato declinato, per quanto riguarda il nostro Paese, per genere e regione, abbracciando un periodo che va dal 2007 al 2018. A livello sovranazionale i risultati mostrano una divisione netta tra Paesi dell’Europa del Nord e Continentale e Paesi del Sud e dell’Est Europa. I primi raggiungono i punteggi più alti nell’indice di invecchiamento attivo, segno che hanno adottato politiche e interventi in questa direzione, mentre i paesi mediterranei e dell’Europa orientale presentano risultati dai quali emerge che non sono ancora pronti ad affrontare adeguatamente il crescente invecchiamento della popolazione. L’Italia nel decennio considerato, dopo un iniziale miglioramento conseguito nel 2012 rispetto al 2008, peggiora e scende di posizione nella graduatoria. Le differenze principali non sono ascrivibili solamente al diverso grado di sviluppo dei paesi, ma sono anche il frutto del combinato effetto di politiche discriminatorie, come quelle afferenti al genere o basate sull’età, che riguardano trasversalmente tutte le sfere dell’invecchiamento attivo. Soprattutto, dipendono dal sistema valoriale e culturale, creatosi attraverso le diverse esperienze storiche e politiche, che determina gli assetti istituzionali dei paesi e quindi differenti sistemi di protezione sociale. Tra i diversi paesi europei vi sono differenze molto marcate nella composizione della spesa sociale, frutto ovviamente dei diversi sistemi sociali e dei differenti rischi e benefici che vengono coperti. Nei Paesi del Nord Europa, in particolare quelli scandinavi, prevale un modello più universalistico, in cui le prestazioni contro la disoccupazione e le politiche attive sul mercato del lavoro rivestono un ruolo essenziale al fine di ridurre i fenomeni di povertà ed emarginazione sociale: ciò si riflette in alti tassi di occupazione per tutte le classi di età, comprese quelle mature, per entrambi i generi. L’altro tratto distintivo è una maggiore quota della spesa sociale destinata alla fornitura di beni e servizi forniti ai cittadini. Nei paesi dell’Europa Meridionale, tra i quali è inserita a pieno titolo l’Italia, prevale un modello di welfare mediterraneo di tipo “familista”, dove la famiglia è la principale fornitrice di cura e assistenza ai propri componenti e lo Stato assume un ruolo marginale e residuale, a fronte di una crescita del terzo settore (privato sociale). Poggiando sul ruolo di ammortizzatore sociale assegnato alla famiglia, il welfare italiano destina una quota minoritaria della spesa sociale alla fornitura di beni e servizi, e una maggioritaria come trasferimenti in denaro, in cui la spesa pensionistica assume una dimensione rilevante. In Italia è dunque la famiglia che storicamente si fa carico dei bisogni di assistenza, come emerge dai risultati dell’indice di invecchiamento attivo, al contrario dei Paesi del Nord Europa. Seguendo un approccio simile, tra il 2007 e il 2018 è stato possibile identificare le aree di eccellenza e monitorare le lacune in materia di invecchiamento attivo in tutte le regioni italiane. Nel complesso si può osservare che, mentre le regioni del Mezzogiorno sono generalmente in fondo nella classifica di tutti i domini considerati, è tendenzialmente nelle regioni del Nord che si trovano gli anziani più attivi. Nel mezzo ci sono tutte le altre regioni e le analisi mostrano una situazione estremamente diversificata, con livelli di ritardo più o meno accentuati. Al top c’è provincia autonoma di Bolzano, mentre il record negativo spetta alla Campania. Uno degli elementi che contribuisce a definire l’Active ageing index è la partecipazione attiva nella società da parte degli anziani. Dai dati forniti dal Rapporto, regione per regione, si evince in quali attività sia impegnata la terza età in Italia. Ebbene, quella principale è legata alla cura dei bambini, verosimilmente i rispettivi nipoti, che a livello nazionale coinvolge un anziano su quattro. Certo, non mancano le eccezioni, come la Campania, dove la voce principale (19,4%) riguarda la cura degli adulti .